E’ uno dei veterani della S.S.Matelica nonostante sia il più giovane di tutti gli allenatori del settore giovanile. Marco Mosconi, mister dei Giovanissimi 2002 nato a San Severino il 17 settembre 1988, matelicese doc, ha i colori biancorossi cuciti addosso. E’, infatti, cresciuto nella S.S.Matelica come giocatore prima, per poi passare in panchina a soli 19 anni e dedicarsi all’aspetto tecnico: “Quando giocavo mi infortunavo spesso – racconta – così ho deciso di dedicarmi completamente all’allenamento che comuque era un’altra mia passione. Ci ho provato e mi è piaciuto sempre di più”. E’ valsa la teoria dei piccoli passi per lui che ha iniziato ad allenare i Pulcini, per poi passare agli Esordienti ed arrivare ai Giovanissimi con cui quest’anno sta lavorando per il secondo anno. “E’ la categoria che mi è piacuta di più finora, con cui ho trovato gli stimoli più grandi, con cui mi sto divertendo di più e a cui riesco a dare anche la mia idea di gioco. E’ il secondo anno che alleno questa categoria del vivaio e, sinceramente, per me il vivaio non è un pass per arrivare alla prima squadra, ma l’ambiente in cui mi vedo calcisticamente parlando, poi nella vita mai dire mai”.
Parlavi di idea di gioco, qual è quella che cerchi di trasmettere?
“Mi piace dare la mia impronta di gioco e che i ragazzi abbiano personalità, prendano iniziativa, non siano mai remissivi, ma se la giochino sempre. E’ un aspetto che cerco di trasmettergli sul campo, ma che mi piacerebbe che applicassero anche nella vita. In questa fase penso che più che allenatori dobbiamo essere anche degli educatori”.
Che rapporto hai con i ragazzi che alleni, che sono degli adolescenti (Giovanissimi 2002)…
“E’ una fascia di età, effettivamente particolare perchè sono dei ragazzi, ma non sono ancora dei grandi. Ho un rapporto di grande confidenza che va anche al di fuori del campo e questo mi piace tantissimo”.
Sei l’allenatore che è da più tempo nel settore giovanile della S.S.Matelica, dopo che l’estate scorsa è ricominciato quello che potrebbe definirsi un nuovo ciclo…
“Si, diciamo che lo abbiamo un po’ considerato un anno zero. Si vive un’atmosfera diversa, ma quello che non è cambiata è la qualità del progetto mirato sempre a migliorarsi e crescere ulteriromente, con valori sani che vanno oltre il risultato. Io mi trovo veramente bene qui, proprio per questo perchè è uno stimolo che porta sempre a migliorarsi. Io stesso faccio corsi di aggiornamento e cerco di crescere un po’ alla volta”.
Qual è la soddisfazione più grande visto che il risultato è secondario quindi?
“Vedere crescere i ragazzi e vedere chi emerge. Ne sono esempio Alessandro Cyrbia e Samuele Sanatamarianova, due 2002, che si allenano con gli Allievi perchè abbiamo ritenuto che potessero già lavorare con ragazzi più grandi di loro. Sono stati convocati al Torneo delle Regioni che si sta svolgendo in questi giorni e questo è un motivo di soddisfazione per tutto il settore giovanile, anche perchè, nonostante la squadra Allievi Marche sia stata eliminata subito, abbiamo avuto dei giudizi molto positivi su di loro”.
Cosa chiedi ai giocatori che alleni?
“Rispetto, prima di tutto. Per l’arbitro, per gli avversari e per i compagni di squadra. Il divertimento perchè porta a vivere le cose con lo stato d’animo giusto, l’affiatamento e l’attaccamento alla maglia, ai colori per cui giocano. Questo è tangibile dal fatto che tanti di loro la domenica vanno a seguire la prima squadra”.