BALDININI SI RACCONTA: “Settimane durissime che ci hanno unito!”

Filippo Baldinini

Il centrocampista Filippo Baldinini

 

Un golo liberatorio, almeno guardando all’esultanza quasi “arrabbiata” come di chi quella voglia di segnare la stesse alimentando da nove partite. Il centrocampista Filippo Baldinini contro la Recanatese oltre a festeggiare il ritorno in campo e la vittoria del derby ha anche gioito per una rete di cui sentiva la mancanza. Nato a Novafeltria, in provicnia di Rimini, il 23 febbraio 1987 è lui stesso a raccontarsi. “Il gol mi mancava da morire – ammette il centrocampista alla prima rete con la maglia della S.S.Matelica – Negli ultimi anni ero stato fortunato dal punto di vista realizzativo mentre quest’anno mi mancava andare in rete e avevo faticato anche a creare i presupposti. Ultimamente inizio a sentirmi veramente meglio, invece, anche fisicamente, quindi sabato avevo proprio voglia di segnare e nell’esultanza c’era anche un po’ di rabbia per l’occasione che avevo avuto precedentemente e che 9 volte su 10 va dentro, invece in quel caso ho colpito la traversa”.

Cosa ha detto, al di là del risultato, la partita di sabato in cui tornavate in campo a distanza di tre settimane dall’ultima gara giocata?

“Credo possa definirsi un buon segnale perchè stare due domeniche senza giocare non è facile. Certo, a noi è servito comunque per avere più tempo per lavorare, ma quando non si ha il riscontro sul campo non è mai semplice. Quella di sabato contro la Recanatese era una gara difficile, una trappola perchè non sapevamo cosa aspettarci tra l’altro contro un’ottima formazione ben costruita anche nei ricambi”.

Sono state settimane difficili a causa del sisma. Come le hai vissute?

“Le ho vissute con tanta ansia. Comunque già non si è a casa propria, nonostante ci mettano nelle condizioni di non farci mancare nulla, però in determinate situazioni si sente proprio il bisogno di stare a casa propria. tornare alle radici. Qualcuno di noi non ha neanche la famiglia con sè quindi un po’ di pensiero innegabilmente c’è. Devo dire che ci siamo uniti tanto, siamo stati sempre insieme e abbiamo fatto in modo di non lasciarci mai soli. Anche il presidente ha fatto in modo di farci vivere per quanto possibile con tranquillità. Certo, sono momenti che non si possono dimenticare, ma siamo stati fortunati anche rispetto ad altre persone vicine alla società. Il calcio in quest’ottica ha rappresentato una grande valvola di sfogo perchè quando ci allenavamo riuscivamo a divagarci completamente, anche se l’argomento al di fuori è stato quasi onnipresente”.

Hai iniziato a giocare a calcio da piccolino, qual è il ricordo che custodisci più gelosamente?

“Quelli col Sant’Arcangelo all’inizio. Con una squadra giovanissima abbiamo sfiorato i play off in serie D e poi abbiamo vinto il campionato l’anno successivo, in cui ho anche indossato la fascia di capitano a 22 anni”.

La giornata più bella da quando hai iniziato a giocare?

“Di ricordi ne ho tantissimi, non saprei scegliere. Una delle giornate più belle che ricordi è quando col Santarcangelo abbiamo vinto il derby contro il Rimini, in casa loro. E’ stato stupendo, ma c’era anche un coinvolgimento diverso da parte di noi giocatori che eravamo per lo più di quelle zone”.

L’esperienza più forte invece?

“A San Benedetto In due anni abbiamo riportato la Samb dove meritava, tra i Pro, quindi mi sento come di aver portato a termine un progetto, di aver chiuso il cerchio”.

Che squadra tifi?

“L’inter”.

Lo sportivo a cui ti ispiri?

“Ho sempre ammirato Ronaldo, essendo interista, ma devo dire che un legame particolare c’è col capitano: Zanetti. Dal punto di vista umano e sportivo rappresenta una figura esemplare”.

Tornando al campo, come deve affrotare il Matelica una squadra come il Monticelli?

“E’ una squadra difficile da affrontare, il classico avversario che ti gioca contro, quindi cerca di contrastarti e tarpare le ali ai nostri punti di forza. Noi però dobbiamo essere bravi a capire che tipo di partita dobbiamo fare perchè serve anche intelligenza in alcune occasioni. Insomma, un bel banco di prova”.

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