Bella esperienza per due squadre del settore giovanile della S.S.Matelica che sono state ospiti dell’Atalanta. Le squadre Esordienti 2004 e 2005 del vivaio, accompagnati dai mister Andrea Arcangeli e Carmine Fellone, nonchè dai rispettivi dirigenti hanno respirato l’aria dei pro, visitando prima la città di Bergamo per poi godersi l’anticipo di serie A, Atalanta – Bologna. L’indomani è stata, invece, la volta degli atleti biancorossi per mettersi alla prova scendendo direttamente in campo in due amichevoli con gli Esordienti dell’Atalanta. “Sono stati due giorni estremamente proficui – spiega l’allenatore Andrea Arcangeli – catapultarsi nel mondo dei professionisti e catturare con gli occhi tutto ciò che ci circondava è già una possibilità che non capita a tutti e deve servire per maturare sempre di più”. Nato a Fabriano l’1 gennaio 1980 Andrea Arcangeli è una delle novità annunciate la scorsa estate nell’organigramma tecnico del settore giovanile della S.S.Matelica.
Come ha vissuto questi due giorni a Bergamo con gli atleti?
“Partiamo dal presupposto che la S.S.Matelica da qualche anno sta organizzando uscite di questo tipo all’interno delle quali si possono vivere giornate nel calcio che davvero conta, unendo divertimento, lavoro e la possibilità di fare gruppo che non è solo nello spogliatoio e in campo. Per me, inoltre, sono esperienze completamente nuove alle quali non ero abituato e ammetto che sono senza dubbio una possibilità di crescita ulteriore per gli atleti che un settore giovanile che si sta perfezionando sempre di più come quello della S.S.Matelica non trascura”.
Cosa significa vivere due giorni in una realtà professionistica?
“E’ molto positivo. E’ stata un’occasione di crescita necessaria. E’ un modo per conoscere i ragazzi, per entrare in simbiosi con loro. Per me è la prima volta che vivo questo tipo di iniziative e sono estremamente proficue per il rgazzo e l’allenatore stesso. Annussare lo spirito professionistico fa sempre bene, sia ai ragazzi sia agli allenatori sia a un settore giovanile come il Matelica che sta crescendo e vuole crescere ancora e tanto”.
I ragazzi come hanno vissuto il mondo dell’Atalanta?
“E’ stato da stimolo per tutti. Domenica è stata una bella giornata. I ragazzi sapevano che andavano ad affrontare un avversario forte, più preparato di loro, ma se la sono giocata. Sono rimasti affascinati da quella che è una delle realtà più importanti in Italia”.
Passando a te, come stai vivendo questa prima stagione in biancorosso?
“Sono arrivato quasi per ultimo, ma con tanto entusiasmo motivato da nuovi stimoli e mi sono ricaricato. A un progetto così ambizioso era impossible dire di no e devo dire che c’è continuamente da imparare e migliorrasi”.
Al di là delle aspettative, vivendo la S.S.Matelica cos’è cambiato?
“In realtà vivendola ho constatato che quanto mi aspettavo è realtà. Si tratta di una società ben strutturata, attenta e organizzata, a cui non ero abituato: c’è un progetto chiaro con una scala gerarchica ben definita. Siamo sempre a Matelica tra allenamenti, riunioni, incontri tecnici. C’è grande confronto e questo mi aiuta tanto a lavorare”
Qual è la parola d’ordine nel settore giovanile?
“A mio avviso, nel settore giovanile come nella prima squadra (che ragiona con meccanismi comprensibilmente diversi), pima di tutto c’è il divertimento. Senza divertimento non si va da nessuna parte: se non mi diverto non imparo e non sono in grado di insegnare”.
Tu cosa insegni alla tua quadra?
“E’ più quello che ricevo che quello che insegno. Dal punto di vista umano ti arrichisce enormemente. Oltre a un tecnico io mi sento un educatore, il discorso comportamentale ed educativo è fondamentale”.
Siamo quasi a fiine stagione, si può parlare di obiettivi?
“L’obiettivo primario è la crescita del giovane a livello comportamentale. Saper vincere e saper perdere sono la lezione più importante da imparare”.