L’INTERVISTA DELLA SETTIMANA – Gilardi: “Umiltà e mentalità faranno la differenza”

 

E’ al quinto anno alla S.S.Matelica il difensore Mauro Gilardi, nato a Lecco il 21 dicembre 1982 e capitano biancorosso arrivato alla prima storica stagione del Campionato di serie D. Tanti ricordi, tanti momenti che custodisce col sorriso e l’ultimo, solo in ordine di tempo, quello del gol realizzato nella gara di ieri con la Sangiustese che ha sbloccato il risultato. “Quella con la Saagiustese è stata una vittoria importante perchè eravamo consapevoli delle difficoltà che avrebbe nascosto – commenta Gilardi – La Sangiustese è un’ottima squadra che gioca un buon calcio e credo che abbiamo interpretato la gara nella maniera giusta. Conta tanto per tutto quello che ci eravamo detti in settimana e per come avevamo lavorato, non per la posizione in classifica che è prematuro guardare. Ha ragione il mister quando parla di mentalità perchè è quello che dobbiamo creare in questo momento per tirare fuori quel qualcosa in più”.

Per te è il quinto anno in biancorosso, che valore dai a questo piccolo record visto che non è così comune che u giocatore resti tanti anni in una squadra?

“E’ un gran valore. Cinque anni sono tanti e non i era mai capitato di giocare tanto a lungo in ua squadra e devo essere sincero, questo mi rende molto contento e orgoglioso. Devo ringraziare chi l’ha reso possibile, dalla società all’allenatore e il direttore sportivo. Cerco sempre di fare il massimo perchè sono convinto che l’impegno e il comportamento giusto paghino sempre. L’aspetto umano incide molto sul giocatore, è innegabile”.

Sei un giocatore esperto e hai avuto una carriera con tanto professionismo ed esperienze. Qual è il segreto?

“Credo che bisogna sempre rimanere umili. L’umiltà e pensare che bisogna sempre mettersi alla prova e migliorarsi è l’elemento fondamentale. E’ tra l’altro ciò che ritrovo anche in questa squadra perchè il mister ci chiede di rimanere sempre umili e azzerrare tutto dopo ogni gara per rimetterci in gioco”.

Il ricordo più bello in tutti questi anni alla S.S.Matelica?

“Ce ne sono diversi. La prima stagione in biancorosso che è stata anche la prima in serie D del Matelica, quando raggiungemmo la semifinale nazionale dei play off è sicuramente un bel ricordo, ma penso che i più belli potrebbero ancora arrivare perchè quest’anno c’è uno spogliatoio eccezionale”.

Gli anni più belli della tua carriera?

“Sicuramente gli anni del settore giovanile al Milan. Gli anni di Milanello li custodisco gelosamente perchè vivere quell’ambiente è stato un’occasione di grande crescita. Ci metto anche la vittoria del torneo di Viareggio i quegli anni”.

L’anno più difficile?

“Quello della retrocessione a Pavia dalla C1 alla C2, fu una stagione difficile”.

Sei il giocatore più esperto della rosa, senti il senso di responsabilità di essere un punto di riferimento?

“Lo è, ma non come un peso. Ripeto, ho dei compagni di squadra straordinari che cercano di migliorarsi quotidianamente col lavoro sul campo”.

Domenica c’è l’Olympia Agnonese, una squadra che conosci molto bene. Come ne parlerai ai tuoi compagni che la conoscono meno?

“E’ una grande squadra da prendere con la dovuta cautela. Penso che la metteranno molto sulla fisicità in campo e noi dovremo saper rispondere”.

 

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