MISTER ORTOLANI A TUTTO TONDO!
“Ai ragazzi cerco di trasmettere di diventare uomini prima che calciatori”

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Mister Gian Marco Ortolani con la squadra dei Pulcini 2006

 

Se capita spesso che per tanti allenare nel settore giovanile rappresenti un punto di partenza per arrivare sulle panchine di una prima squadra, non è così per mister Gian Marco Ortolani, tecnico degli Giovanissimi Cadetti e dei Pulcini 2006 della S.S.Matelica. Nato il 27 dicembre 1987 a Camerino, nonostante sia tra gli allenatori più giovani, ha già diversi anni di esperienza alle spalle nel ruolo di tecnico. E’ una delle novità del vivaio biancorosso, arrivato durante l’estate senza pensarci un attimo: “Quando sono stato contatto sono stato contentissimo perchè davanti a un progetto così importante in una realtà come Matelica non si può che accettare subito”.

Come affronti questa nuova avventura?

“Sinceramente per me è un onore e orgoglio poter indossare la maglia del Matelica e rappresentare questa realtà. Ho tantissimi stimoli e quando si ha la fortuna di poter lavorare in società come questa non potrebbe essere altrimenti. L’impegno è massimo. Ho due squadre, Giovanissimi Cadetti e Pulcini 2006 e sono contento di essere tornato ad allenare anche i piccolini dei Pulcini. Per me allenare nel settore giovanile non è una gavetta, nè il mio obiettivo è una prima squadra, ma è esattamente ciò che desidero e mi piace fare”.

Cosa ti ha fatto decidere di fare l’allenatore?

“Diciamo che sono cresciuto a pane e pallone. Avendo papà che è presidente dell’associazione allenatori per me è stata quasi una scelta naturale. Per me allenare nel settore giovanile non è un momento di passaggio e nel Matelica si sta lavorando veramente bene perchè sono stati scelti allenatori e istruttori che vogliono veramente allenare i piccoli, per scelta, non per ripiego”.

Come sei passato dal giocare a calcio ad allenare?

“E’ stata una scelta obbligata dal fatto che non riuscivo più a portare avanti entrambe le attività. Trovandomi a un bivio ho scelto ciò che più amavo. Non è stato facile lasciare il campo, non tanto per il calcio giocato quanto piuttosto per il clima dello spogliatoio che è l’unica cosa che mi manca un po’”.

Allenando i più piccoli cosa cerchi di insegnargli?

“Cerco di trasmettergli divertimento e amore. Ovviamente, con i più grandicelli mi focalizzo anche sull’aspetto tecnico. Le due componenti però le pretendo. Tutti devono prima di tutto divertirsi e vivere con grande amore questo sport e la realtà di cui fanno parte. Il fatto che il presidente abbia scelto di far vestire tutti nello stesso modo è un messaggio importante e vuole proprio trasmettere l’attaccamento a una maglia. Deve esserci questo sentimento prima di ogni cosa: orgoglio del far parte e voler far parte del Matelica”.

Come riesci a organizzarti nella gestione di due squadre?

“E’ molto impegnativo, ma lo vivo anche come un percorso di crescita per me. Il lavoro con le due squadre è diverso, ma parte dalla stessa base. Con i più grandi è naturale parlare anche molto di più dell’aspetto tecnico, anche se non faccio mai riferimento ai risultati che per me fino agli Allievi non dovrebbero neanche esserci. Con entrambi ciò che cerco di curare di più è l’aspetto etico e umano. Per me è un doppio divertimento, ma anche doppia responsabilità”.

Qual è la cosa più importante che vorresti ottenere?

“La crescita dei ragazzi, intesa non dal punto di vista dei risultati, ma anche e soprattutto umano. Purtroppo non tutti diventeranno giocatori, ma tutti diventeranno uomini e lo sport, il calcio nella fattispecie, può essere un ambiente nel quali formarsi se fatto nel posto giusto, come qui”.

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