Firmare una doppietta in 8 minuti è già un’impresa. Se poi accade in inferiorità numerica e serve per ribaltare il risultato, allora non ci sono più dubbi sul fatto che lo sia. Per l’attaccante Manuel Pera il derby con la Jesina sarà una di quelle domeniche da ricordare e raccontare, non solo per il successo del Matelica, ma per come è arrivato: sotto di due gol ha segnato la rete che ha accorciato le distanze e quella del ribaltone che è valso il 3-2 finale. Un vero bomber. Pensare che fino all’età di 24 anni giocava in Prima categoria. Nato il 29 agosto 1984 a Lucca, l’attaccante Pera si racconta a sportivi e tifosi.
Pera una bella doppietta è stato il modo più bello per presentarti ai tifosi di casa…
“Sicuramente. Devo anzi ringraziare i mii compagni perchè sinceramente ho provato una grande gioia e un mix di emozioni come non mi capitava da tanto, quando ho segnato quei gol. E’ stato veramente entusiasmate e anche difficile da descrivere a parole”.
Cosa hai provato quando hai segnato il 3-2 che ribaltava il risultato?
“Un mix infinito di emozioni. Anzi, devo riconoscere anche un grande calore da parte dei tifosi. Mi sono girato ed è stato bellissimo vedere tutti in piedi, fumogeni, tamburi come in una vera curva. In un attimo è accaduto di tutto”.
Credevi di riuscire a replicare con la squadra, la stessa rimonta già avvenuta ad Alfonsine?
“In tutta onestà non proprio. Domenica scorsa in Romagna ci credevo fortemente. Questa volta, con un uomo in meno la vedevo veramente difficile, ma anche se più difficile era fondamentale non abbattersi e lottare fino in fondo”.
Qual è stata l’arma vincente?
“La voglia di raggiungere l’obiettivo, di farcela comunque e, sicuramente, anche un po’ di fortuna. Siamo stati bravi a sfruttare qualche errore avversario. Speriamo di riuscirci sempre e magari di fare anche meno fatica, riuscendo a soffrire di meno, ma l’importante è il finale e diciamo che così è più bello”.
Tra tutti i gol che hai fatto, quali ricordi in maniera particolare?
“Io sono di Lucca e sicuramente le reti realizzate con la maglia della mia città hanno un valore affettivo diverso. Ai gol promozione con la Lucchese in serie D e C2 tengo particolarmente e valgono più del solo peso che hanno avuto sul campo. Anche perchè la Lucchese è la squadra che tifo da sempre e arrivare a vestire quella maglia e segnare per la squadra della mia città ha avuto un sapore unico”.
Com’è iniziata la tua carriera?
“In realtà molto tardi. Fino a 24 anni giocavo in Prima categoria col Barga, la squadra di un paese vicino a Lucca, e lavoravo nel calzaturificio di mio padre. Poi ci fu un’amichevole con la Lucchese e segnai una doppietta. Nel post partitami aspettarono e vennero a chiedermi di giocare con loro. Ovviamente non potevo rifiutare, per me si avverava un sogno e così ho iniziato a giocare in serie D, abbiamo vinto il campionato e siamo andati in C2 e il calcio è diventato il mio lavoro”.
Il tuo motto?
“Non ne ho uno. Io cerco di dare sempre il massimo, difficilmente mi arrendo”.
A quale giocatore ti ispiri?
“Mi è sempre piaciuto tanto Giovinco, mi identifico in lui anche se è mancino e ovviamente con le dovute proporzioni”.
Tornando al campo, domenica c’è la gara col San Nicolò. Come te l’aspetti?
“Penso che ci scontreremo contro una squadra fortissima, forse la più forte. Mi hanno parlato molto bene di loro e li affrontiamo anche sul loro campo. Noi ci alleneremo per non andare in difficoltà e sicuramente, come abbiamo già dimostrato, non molleremo fino alla fine”.