Tanta attesa per il suo arrivo, un esordio da protagonista a Jesi e con la Vastese, all’Aragona, la terza rete messa a segno. Sta conquistando tutti alla S.S.Matelica, l’esterno offensivo Mario Titone mostrando doti tecniche e un carattere in campo da vero trascinatore. Nato ad Erice in provincia di Trapani, il 14 ottobre 1988, Titone è tra gli artefici della riscossa abruzzese della S.S.Matelica, che domenica è stata alla finestra per rispettare il turno di riposo imposto dopo l’esclusione del Chieti dal campionato di serie D. “A Vasto c’è stata una reazione importante e da adesso in poi sappiamo che ci attendono 11 finali: questo spirito dovremo mantenerlo fino alla fine”.
Un risultato ulteriormente avvalorato dal passo falso del recupero infrasettimanale che avrebbe potuto abbattere i biancorossi…
“Dispiace per quel risultato perchè col San Nicolò sul piano tecnico e delle qualità non c’è stata storia. Loro sono riusciti a vincere con l’unico tiro in porta fatto, ma ormai è acqua passata. Mi soffermo su quanto abbiamo fatto vedere la domenica successiva, dopo appena tre giorni, quando per tutti eravamo morti e invece abbiamo dimostrato il contrario”.
Guardando alla vetta, con la domenica di riposo per il Matelica, alla luce dei risultati visti, credi che i giochi in vetta siano ancora aperti?
“Io ci credo assolutamente e dobbiamo farlo tutti, insieme. Non solo in squadra, ma anche fuori. Manacano ancora gli scontri diretti e tante partite. Non possiamo e non vogliamo sbagliare, ma questo non deve crearci pressione, solo la motivazione a dare tutto e scendere in campo al massimo”.
Cosa serve al Matelica?
“La calma e la fame giusta”.
Come hai deciso di arrivare a Matelica, tornando in serie D, dopo la prima parte di stagione in Lega Pro a Piacenza?
“Potrebbe sembrare da matti e l’ho deciso assumendomi tutti i miei rischi, ma credo in quello che stiamo facendo e nelle intenzioni del presidente che merita di raggiungere l’obiettivo prefissato”.
In campo non ti tiri mai in dietro…
“Io sono così: un giocatore che dà l’anima in campo, è nella mia indole. Cerco di abbinare corsa, grinta e qualità. Quando esco dal campo non voglio avere rimpianti. Col tempo ho imparato anche a guardare di più verso la porta. Il gol lo sento da quando ero piccolo, crescendo ho solo capito che dovevo provarci di più”.
Una passione che hai fin da piccolo. Qual è il ricordo più bello che hai?
“Il campionato vinto col Siena. Sono cresciuto nel settore giovanile del Trapani, ma mi sono trasferito quasi subito i Toscana con la mia famiglia e ho iniziato a giocare lì. Sognavo fin da bambino di vestire quella maglia e vincere così è stato un desiderio che si è realizzato, tante belle emozioni”.
A quale calciatore ti ispiri?
“Ho sempre guardato a Totti e Del Piero, d’altronde tifando Juve non potrebbe essere diversamente”.
Il gol più bello che hai segnato?
“Sicuramente quello realizzato al mio esordio in B col Pisa a 18 anni”.
Pensando solo alla trasferta di domenica a San Marino, come deve affrontarla il Matelica?
“Con la mentalità giusta”.